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Periodico bimestrale - Anno 2014 - n°9
 

“GIOVANNI FATTORI,  UN ARTISTA NELL’ARTE DEL TEMPO”

 

 


 

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Nasce dal cuore il desiderio e la grande gioia e commozione nel ricordare questo grande pittore e allo stesso tempo un poeta nella pittura italiana dell’ottocento: stiamo parlando del grande maestro Giovanni Fattori. Della sua vita si sa poco, ma forse  è meglio così, perché un vero artista, un vero  creativo e ricercatore dell’anima attraverso le immagini deve rimanere tale, un mistero, da essere sempre ricercato, riscoperto ed  amato.
Ecco che  andando a visitare l’esposizione di una trentina di opere del  Fattori, presso il “GAM-MANZONI” di Milano, ci si tuffa letteralmente in un tempo passato, in quell’epoca in cui iniziava il suo avvento l’industria,  con i conseguenti cambiamenti sociali, culturali, storici,  ma questo non sembra affatto coinvolgere il pittore, almeno per quanto riguarda i suoi quadri: lui, attraverso il suo sguardo, ferma sulle tele il corso del tempo nei colori, nei particolari dei cavalli quasi sempre presenti,  nei particolari dei visi, nei  soggetti  come i soldati al bivacco, dove si può cogliere  la stanchezza del corpo, la sofferenza  di una battaglia e la speranza di tornare a casa dalle propie famiglie;  e che dire della contadina nel bosco: le si legge in faccia la rassegnatezza di un lavoro monotono e quotidiano, che fa parte  di lei, e poi ancora queste distese di prati, con alberi  verdi che  riecheggiano la speranza, in qualche modo una sorta di rivincita della natura  accanto all’uomo;  bello è osservare i due dipinti che ritraggono uno il viale Principe Amedeo come era all’epoca davvero suggestivo,  animato ma ordinato, sembra un’istantanea fotografica di un frammento del tempo e l’altro, il ritratto di un uomo (il pittore Silvestro Lega) che dipinge  sugli scogli: vedere quel mare così vero, così blu, non può non farne venire la nostalgia e la voglia di immergersi in esso e nel dipinto stesso.
Giovanni Fattori nasce a Livorno il 6 settembre del 1825;  è ritenuto uno tra i maggiori pittori italiani della corrente dei “Macchiaioli”, proprio perché descritto come realista; fu tra i primi ad entrare nella corrente dei  pittori precursori dell’impressionismo.Giovanni fattori CAMPO ITALIANO ALLA BATTAGLIA DI  MAGENTA
Entrato in contatto con il gruppo del Caffè Michelangelo, diventa un allievo di Giuseppe Bezzuoli ed inizia a frequentare la Scuola di nudo artistico alla Accademia delle belle arti di Firenze;  ci sono pochi esempi di questo periodo, solo alcuni schizzi; il maestro  si dedica  invece con passione alle scene storiche e di battaglie, piene di carica e di energia,  la stessa energia con la quale il Fattori prende parte alle battaglie per l’unità d’Italia, collaborando come fattorino di corrispondenza  con il Partito d’Azione; proprio questo lo illuminerà nel dipingere i combattimenti, i soldati a cavallo, i campi di battaglia: notissimo è il suo dipinto “Campo Italiano della battaglia di  Magenta”. Allo stesso modo, però,  è preso dall’amore per la sua terra, la Toscana, la Maremma, ritratta in numerosissimi dipinti che hanno come soggetto i campi, i contadini al lavoro o in riposo, le mandrie, gli ulivi, i pini marittimi.
Si può dire  che all’epoca Giovanni Fattori fosse considerato più un rivoluzionario, che un pittore d’avanguardia, forse per il suo temperamento, ed anche per le sue stesse opere suggestive che  richiamano molto le moderne tecniche di fotografi paesaggistiche, e ritrattistiche, con una padronanza eccellente dei colori, delle luci e delle ombre  (niente a che fare, ovviamente, alle immagini in digitale, senza offesa per nessuno…).
Di fatto Fattori viene descritto come un  realista e da subito  identificato come uno dei precursori che degli Impressionisti, in pratica un paesaggista ed un ritrattista senza tempo, nel senso che egli in qualche modo blocca amorevolmente il tempo come in una fotografia, per poi riuscire, attraverso il suo sguardo, a rendere tale dipinto vivo nel suo tempo presente.
Come tanti artisti, anche Giovanni Fattori nella vita ha avuto molte difficoltà economiche e tristi eventi familiari, come la morte della moglie per tubercolosi; sembra che dopo quel lutto abbia deciso di dedicare parte della sua vita ai viaggi che lo porteranno a Parigi, Londra, Filadelfia, Santiago Del Cile; nel 1886, gli viene assegnato un ruolo di insegnate presso l’Accademia di Firenze; fino ai suoi ultimi giorni di vita, continuò a dedicarsi alla pittura, appassionandosi anche alla tecnica dell’acquaforte. Si spegne a Firenze, all’età di 83 anni, il 30 agosto del 1908 .
Oggi le sue opere sono conservate, tra l’altro, presso il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino, la Pinacoteca di Brera di Milano e negli Stati Uniti presso il Museum of  Fine Arts di Boston. Giovanni Fattori, Pineta di Tombolo
Recarsi ad ammirare i dipinti di questo grande artista, ti dà un emozione che attraversa il tempo, quel tempo da lui vissuto, fissato e restituito a noi attraverso il filtro del suo sguardo benevolo, patecipativo, coinvolgente, in una parola, d’amore. Credo che questo sia il suo grande messaggio per tutti coloro che lo percepiscono.

 

G.M.
 
 

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